lunedì 13 dicembre 2010

L'assenza di un padre


L'identità paterna non è qualcosa di vago, che ciascuno si può costruire come le pare, ma è qualcosa di ben definito, diverso dal ruolo del padre, che può cambiare nel tempo e nelle società. Per es., durante il nazismo il compito del padre era quello di confermare le idee del Führer. Ci devono essere, quindi, degli aspetti specifici, altrimenti questa figura è assente.

"Se quello che i mortali desiderano, potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre": è Telemaco, il figlio di Ulisse a parlare così, nell'Odissea. Egli è una delle prime figure che, nelle grandi narrazioni dell'umanità, testimonia l'angoscia del figlio senza padre (avere un padre è, infatti, un bisogno profondo dell'individuo).


Dopo Telemaco, vennero molti altri "orfani". Ed oggi sono legioni.
I tratti salienti del padre, che oggi vengono taciuti, sono:

Creatore
La prima qualità, che a livello profondo ogni persona sente nel padre, è quella di colui che gli ha dato la vita, l'ha generato. La vita inizia dal padre, poiché è lui che mette in moto il processo della vita.

L'identità, che è diversa dal ruolo sociale, si costruisce partendo dalle proprie origini. L'uomo senza padre è un personaggio privo d'autore, senza contesto. Ad es. Edipo finisce a letto con la madre, perché ha ucciso il padre, e, ha ucciso il padre, proprio perché non sapeva chi fosse!

Senza sapere la propria origine si fa fatica a sapere dove andare, ad individuare un destino ed una meta.

La qualità di creatore rende il padre rappresentazione e figura del Padre Eterno; custode familiare e rappresentante sociale della legge per conto dell'ordine naturale e simbolico divino. Essere figli, creature, aiuta ad accedere al simbolico e, quindi, alla fede in un Dio Padre.

Nell'esperienza religiosa, infatti, gli attributi del padre sono percepiti come propri di Dio: dare la vita, essere vigile e presente, conoscere il figlio, accompagnarne il destino, dare una legge, punire?

Altro importante compito del padre è l'educazione al lavoro (impegno, apprezzamento per l'eccellenza, capacità di reggere alla fatica?).

Il padre assicura al figlio, oltre alla fiducia sulle sue origini, la libertà. Tutto l'umano assume una forma definita, ed acquista il suo dinamismo, nel segno del padre, che lo genera, così come acquista tranquillità e sicurezza affettiva nell'esperienza della madre, che lo accoglie.

Col padre viene mantenuta l'irrinunciabile novità di ogni individuo, destinato, ognuno a modo suo, a trasformare il mondo. I figli sono, infatti, portatori di cambiamento e novità. Per essere un figlio che cambia il mondo occorre però un padre consapevole che quello è il tuo destino, e che ti confermi in questa direzione.

Gli effetti dell'eclissi del padre e della religiosità sono perdita di senso della vita, solitudine, sentimento di abbandono, timore di non farcela a reggere il peso della vita. Senza un'esperienza significativa del padre non è possibile provare un sentimento di tranquillo affidamento nella vita, ma si avrà una smania di controllo sull'esistenza. Oggi, una patologia diffusa è l'ansia di onnipotenza e di immortalità: la cultura dominante è patologica con la sua pretesa paranoica di decidere della vita e della morte.

Padre come colui che porta nel figlio l'esperienza della ferita come qualcosa di positivo
Il segno del padre è quello della ferita, cioè una perdita attraverso cui avviene una trasformazione (per es. la perdita dell'adolescenza per diventare adulti). Egli è l'agente di questo cambiamento, poiché conduce alla ferita e inizia al senso del dolore. Testimonia ossia che la vita non è solo appagamento, conferma, rassicurazione; ma anche perdita, mancanza, fatica. Fa riconoscere al figlio l'ineluttabilità della sofferenza e del male e aiuta a elaborarli per crescere.

Questo aspetto è espresso compiutamente sul Golgota con il Figlio che viene trafitto nel nome del Padre, che vuole la sua morte, perché possa scaturire il cambiamento del mondo.

Nella società occidentale, invece, si vuole crescere senza ferite e senza sofferenza. Nessuno vuole salire sulla croce e, del resto, la madre non è - a sua volta - ai piedi della croce come Maria.

I cittadini della società senza padre vedono la perdita come un affronto personale, più che come una prova dell'esistenza, legata al destino spirituale dell'individuo. La perdita diventata incomprensibile e inaccettabile. Nessuno accetta, ad esempio, di non essere più giovane.

Il sacrificio, inteso come rinuncia necessaria per ottenere qualcosa, attraverso un investimento sul proprio futuro, sembra sempre più doloroso, impossibile da reggere. Tra tutte le perdite, quella più inaccettabile, è naturalmente la morte, esperienza ormai privata di senso e di sacralità.

La prima ferita, affettiva e psicologica, che il padre deve infliggere, è l'interruzione della simbiosi con la madre, per permettere lo sviluppo della personalità del bambino. Il figlio sviluppa, così, una identità separata e può investire affettivamente in un altro soggetto. A livello simbolico vuol dire creare soggetti distinti: io, tu, lui.

Questa rottura deve essere fatta dal padre e non dalla madre, perché questo è contrario alla natura della donna; altrimenti il figlio non avrà una vita autonoma, ma tenderà a permanere all'interno di un alveo familiare.

Il bimbo è fuso col mondo dei suoi bisogni, che sono anche i suoi affetti: "lo desidero, devo averlo". E' la funzione di correzione, impersonata dal padre, a distoglierlo dalla confusione col mondo della materia e delle cose. In questa fase dell'educazione il bambino impara a rinunciare. Il padre è il fuoco della volontà.

Quando verrà la perdita, esperienza non evitabile nella vita umana, essa non lo distruggerà psicologicamente e spiritualmente. Anzi, egli saprà trarne il succo più prezioso: l'amore. L'intervento del padre, dunque, limita la vita del giovane, ma per renderlo più forte.

Difatti, il bambino viziato diventa sempre più irrequieto, cerca disperatamente di ricevere un contenimento,un arresto, una norma.

Il principio di autorità è, infatti, costitutivo della personalità e condizione per il suo sviluppo. La sua assenza provoca nell'individuo alti livelli di ansia e disistima. Inoltre, se non bisogna più obbedire al padre, perché allora assecondare il vigile, il bigliettaio, chiunque chiede di obbedire a una norma? Adeguarsi alla norma, reggere il confronto del piano di realtà, diventa difficilissimo senza un padre che introduca alla società.

Nella fase in cui il giovane si confronta col divieto, con la norma paterna, la nuova personalità si addestra al confronto adulto: o fa propria la norma oppure la rifiuta, ma per costruire con uno stile differente un mondo diverso.

La società dell'assenza del padre è anche quella dell'assenza della norma morale.

Il padre svolge la funzione di ponte tra l'individuo giovane e la società: egli insegna quell'amore di sé che si esprime, innanzitutto, nella responsabilità individuale e nella cura degli altri. Il programma paterno è intrinsecamente comunitario e solidale, proprio perché riflesso di una visione trascendente.

L'uomo adulto, portatore della norma, sperimenta di non essere onnipotente, di essere vincolato a regole, a volte penose, che deve rispettare. Questa accettazione dolorosa, libera però dall'ansia. I concetti base dell'etica sono indispensabile per sviluppare la volontà.

La società senza padre ha invece tolto di mezzo l'apprendimento, che proprio nel confronto col padre avviene, di come contenere e trasformare la propria aggressività.

Come si è arrivati alla situazione attuale di assenza della figura del padre?
C'è in atto un processo di secolarizzazione della famiglia, vale a dire l'eliminazione dell'esperienza religiosa del sacro dalla vita quotidiana. La famiglia, nel suo stesso essere e vivere, prescinde da Dio. Il padre viene spogliato dal ruolo di testimone del Padre Divino. Tutte le esperienze vitali, dalla sessualità all'alimentazione, dal lavoro al gioco, vengono desacralizzate, private di qualsiasi significato spirituale.

Con Lutero, che divide l'esperienza umana tra il mondo di Dio e quello dell'uomo e indica la famiglia e il divorzio come appartenenti all'ordine terreno sottomessi alle autorità secolari e alla ragione, inizia la secolarizzazione della famiglia.

In Occidente, insieme col processo di industrializzazione, incomincia la svalutazione della figura paterna, centrata sul possesso materiale, la promozione sociale e il sapere intellettuale. Col crescere della materializzazione della vita, il padre diventa un "amministratore" della famiglia e il centro della famiglia passa dal padre alla madre. Oggi le donne prevalgono in tutto il sistema educativo.

La trasformazione dell'uomo in una massa amorfa avviene con i totalitarismi, che distruggono la famiglia e in modo particolare del padre, delegandolo a portavoce del regime. Dai grandi totalitarismi nascono le guerre mondiali, dove i padri partono, stanno lontano da casa per anni e molti muoiono.

Anche la società dei consumi, che passa attraverso la non educazione del padre e delle figure vicariali del padre, genera masse amorfe. Questo modello, che propone la ricerca del proprio egoistico interesse, tende a mantenere l'individuo in uno stadio infantile, impedendogli di evolversi fino ai più sviluppati livelli della coscienza. Per es. l'incapacità di reggere la tensione dell'attesa o della mediazione, la manifestazione plateale del sentimento, che viene spettacolarizzato e diventa superficiale; l'impossibilità di introspezione.

Ciò genera un'identità debole, che vive nell'angoscia della provvisorietà, e un senso di vuoto, che viene spesso metaforicamente riempito con l'assunzione di sostanze oppure con l'ingestione di credenze fabbricate, politiche o pseudoreligiose.

L'appagamento del bisogno passa attraverso il desiderio. Si consuma ma non si gode. La persone non sanno oggi qual è il suo desiderio più profondo.

C'è un rapido diffusione del divorzio. In America, che mostra il trend dell'Occidente, 1 su 2 matrimoni finisce con il divorzio e le proiezioni dicono che saranno 2 su 3. Il padre, espulso dalla famiglia, deve andarsene. Negli USA le statistiche dicono che 90% degli homeless non ha un padre o che la maggioranza dei giovani in carcere o suicidi non ha il padre o è assente. Non avere il padre è un fattore di rischio di devianza.

Io nonostante tutto sono ottimista perché siamo al limite. Gli organismi ha l'istinto di guarigione. La malattia è un incidente di percorso. L'individuo vuole crescere.

La crisi del maschile è la crisi di rapporto con il padre, che non gli ha passato il sapere del maschile. I padri non insegnano ai figli a comportarsi come uomini.

Alcune domande:

Qual'è il danno più grave determinato dall'assenza del padre?
Il danno peggiore è la perdita della libertà e dell'autostima. Non su diventa liberi perché non può dire di no, perché il padre non dà più delle regole. Il padre, invece, deve proporre la sua visione del mondo. Più l'individuo è consapevole del proprio valore, più forte è la sua relazione con la vita, e viceversa.

La società non è sempre buona. C'è spesso opposizione tra libertà individuale e potere. C'è una guerra contro la famiglia. L'assenza del padre trasforma ogni uomo da essere partecipe del mondo vivente creato dal Padre in un individuo solo, senza una vera relazione di fratellanza colle altre creature, perché privo di relazione col loro Padre. Dunque isolato, senza difese, questo individuo è sempre più spinto ad appiattirsi sulla massa, che lo priva di ogni autonomia, assumendo in modo totalitario il posto di guida lasciato vacante dal padre d'amore.

Meglio un cattivo padre o un padre assente?
E' molto meglio un padre che cerca di fare il padre, anche se sbaglia, piuttosto che un padre assente. Un cattivo padre è un oggetto di avversione e odio, ma un padre assente crea insicurezza.

Se manca il padre, la madre può ricoprire entrambi i ruoli?
In assenza del genitore, la cosa migliore è ricorrere a figure maschili supplenti del padre (parenti, insegnanti, educatori, allenatori, sacerdoti?).

Madre e padre hanno ruoli differenti. La madre colma il bisogno e provvedere alla vita. Dall'affetto che la madre prova per il figlio dipenderà poi la sua capacità di volersi bene. La madre deve poi fare un passo indietro per permettere all'uomo di fare un passo avanti, cioè deve accettare la rottura della simbiosi con il figlio. La madre può infatti ostacolare l'autonomia del figlio, per volerlo tutto per sé e non cederlo.

Come si può vedere se il proprio genitore è stato un buon padre?
Si vede se la ragazza sviluppa una buona auto-stima e se il ragazzo si identifica pienamente nel ruolo maschile.

giovedì 16 settembre 2010

FRASI DI OSHO

HO SELEZIONATO FRASI RIFLESSIVE DI OSHO.


Non ti chiedo di credere negli altri. Quello è solo il risultato di una mancanza di fiducia in se stessi.



Sei qui per essere te stesso e per esprimere te stesso.
Se la vita ti tiene a freno lo fa perché tu abbia modo di ricordarti di te.
Assicurati di ascoltare la tua stessa energia piuttosto che tentare di vestire gli abiti delle aspettative. Una profonda soddisfazione è d'obbligo.





Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano.
Ogni volta che vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo qualcos'altro in nome dell'amore.





Porta lentamente allo scoperto tutto quello che si nasconde nelle profondità.
Alcune cose sono spazzatura e devi liberartene.
Altre sono perle di saggezza e devi apprezzarle in tutto il loro splendore.
Dietro la tua maschera si nasconde tutto ciò che è represso; e sotto c'è la bellezza della tua vera essenza. Raggiungila.





L'uomo che vive del tutto privo di scopi,
l'uomo che vive come se la sua vita fosse una passeggiata mattutina,
senza una meta,
quell'uomo è spirituale,
la sua vita è sacra.





Piangere e lamentarsi è un modo naturale,
una valvola di sfogo per fare sì
che le emozioni accumulate, la tristezza,
siamo espulse dal sistema:
è una profonda pulizia.
Ogni uomo e ogni donna dovrebbero imparare a piangere perfettamente.
E a goderselo!
È una cosa così rinfrescante,
ti alleggerisce!
E dopo aver pianto,
non solo i tuoi occhi diventano freschi,
ma tutto il tuo essere diventa
-puro, semplice, innocente.
Ritorni alla verginità che una volta ti apparteneva
e che hai perso...
ritorni immacolato.
Dopo un bel pianto
ti senti come dopo aver fatto un bel bagno,
è come se l'anima avesse fatto una doccia.









Se pensi alla strada che devi percorrere
ti trovi tremendamente a disagio
e la vita diventa troppo complicata.
Se smetti di pensare
e cominci invece a camminare,
il tuo fardello si alleggerisce
e inizi a intuire il tuo percorso,
a scoprire una tua "visione".





La persona intelligente
non si attacca al passato morto,
non trasporta cadaveri.
Per quanto belli siano stati,
per quanto preziosi, non si porta dietro i cadaveri.
Ha finito col passato;
è andato e andato per sempre.
Ma la persona stupida è tradizionale.
È pronta a seguire i preti,
pronta a seguire qualsiasi stupido politico,
pronta a eseguire qualsiasi ordine
è pronta a cadere ai piedi di chiunque abbia autorità.
Senza intelligenza non può esserci felicità.
L'uomo può essere felice solo se è intelligente,
molto intelligente.

mercoledì 11 agosto 2010

Cosa sono i Sogni per tutte le culture

ha affascinato l'uomo da sempre: alle proprie esigenze di razionalizzazione ha risposto individuando nei sogni voleri divini o satanici, attribuendone anche capacità guaritivo-terapeutiche, a seconda del periodo storico e del culto professato. Il sogno è, di per sè, qualcosa di enigmatico, la sua interpretazione è solo uno dei modi di provare a decifrare alcune delle sue ambiguità ma non dev'essere l'unico possibile. Il sogno esiste in quanto mediato dal linguaggio della realtà diurna; come se tutti i sogni sognati fossero veri e quelli raccontati falsi: per Berry sono quindi applicabilli al sogno le leggi della narrativa, non esiste sogno se non come narrazione. E qui ci rifacciamo a Jung ed alla struttura drammatica del sogno, con la consapevolezza che è alla narrazione a cui facciamo riferimento non all'immagine vera e propria e che parole ed immagini non si equivalgono. L'interpretazione dei sogni è quindi un modo per entrare nel mondo di Dei e Demoni.

Ad esempio la tradizione popolare cristiana (come anche Ebraismo e Islam, come vedremo) si interessa ai sogni in quanto manifestazione di uno spirito superiore, porta d'accesso per l'unica verità divina, costellata da apparizioni, premonizioni e guarigioni miracolose; almeno fino a che Papa Gregorio II ne proibì l'interpretazione connotandoli come messaggeri del volere di Satana giustificando le persecuzioni e la caccia alle streghe.

Specificamente per l'Islam, l'interpretazione dei sogni è la pratica divinatoria privilegiata per poter comunicare con il Dio: i sogni sono messaggi di Allah; coloro che interpretano sono figure di collegamento e mediazione fra Dio e gli uomini; con il dono e le capacità di decifrare i sogni e classificarli secondo tre tipologie: provenienti da Dio, dal demonio e legati alla materia (esclusivamente caratterizzate dalle sensazioni di chi sogna).

Anche secondo il libro sacro ebraico (Talmud) i sogni sono messaggeri divini che possono rivelare la parola di Dio, se si possiede l'adeguata conoscenza delle Bibbia e dei salmi, migliorando l'educazione religiosa.
La tradizione ebraica però aggiunge un elemento nuovo all'interpretazione dei sogni: inizia a prenderne in considerazione la simbologia, anche sessuale, aprendo la stradaad alcuni concetti della futura psicanalisi, tra i quali la possibilità di interpretazione a livello oggettivo (quando i riferimenti sono alla realtà esterna del sognatore) o soggettivo (relativi all'interiorità di questi); oltre alla convinzione che un'insieme di sogni può svelare l 'evoluzione di un problema e la consapevolezza dell'influsso negativo legato a brutti sogni.

Per quanto riguarda il Buddismo invece, il sogno è visto esclusivamente come illusione della mente di cui parla il linguaggio segreto e narra le esperienze. Nello spiritualismo tantrico Buddista Tibetano, il sogno rappresenta un mezzo per allenare la mente al Bardo, il corpo illusorio della fase dopo la morte: secondo la Medicina Tibetana il sogno è un messaggero che facilita la diagnosi del rapporto corpo-mente; linguaggio dello spirito e della mente inconscia che rivela aspetti della mente sconosciuta alla persona e ricordi di vite passate e presenti. Si ritiene inoltre di poter attuare il controllo della mente attraverso il controllo dei sogni:ci si può preparare alla morte attraverso una similitudine tra il passaggio dalla veglia al sogno e le fasi immediatamente precedenti alla morte fisica. Lo sviluppo delle potenzialità di controllo mentale sul sogno, determinano lo sviluppo della coscienza.

Passando adesso in rassegna l'interpretazione dei sogni da un punto di vista prettamente storico rimane costante l'idea, più o meno radicata, di una "missione mistica" del sogno:così è per gli egiziani che spiega nel “ Libro dei sogni ieratico”, scritto nel 2052-1778 A.C. in caratteri ieratici (geroglifici corsivi), come un vero e proprio dizionario dei sogni, le immagini oniriche più frequenti. Concezione di base è che i sogni si dividano secondo due gruppi di sognatori: persone buone e persone cattive ed ogni suono o parola nel sogno indicasse un possibile significato. Il sognoera un modo per comunicare con i defunti o con le divinità; inoltre già si ipotizzava che specifiche immagini fossero la conseguenza del vissuto del sognatore, percui l'interpretazione di un sogno doveva tener conto dello stato del sognatore. I sogni come collegamento primario con l'Aldilà; ne sono espressione e inviano profezie e notizie dei defunti; l'interpretazione era una vera e propria scienza rispettata quanto medicina e magia.

Altra civiltà con radicata cultura onirica è quella assiro-babilonese il cui libro di interpretazione dei sogni risale al 1728- 1686 a.c., pervenuto ai posteri su tavole d'argilla: il dio Zuqiqu era quello da invocare per ricevere sogni portatori di buona sorte, inviati da dei e defunti. I sogni erano classificati in relazione alle azioni quotidiane, cercando spiegazioni immediete, senza scomodare sentimenti o vissuti. L'importanza dei sogni risiedeva nelle capacità profetica e predittive. Di estrema importanza il sapere specialistico dell'interprete, capace di intendere i significati nascosti.

La cultura tedesca manifestava grande interesse e rispetto per i sogni, lo stesso Carlo Magno si serviva di un interprete personale, la letteratura usava immagini simboliche dei sogni; allo stesso modo, ancora più a Nord i sogni erano spesso protagonisti premonitori e funesti di miti e saghe, inquietanti, ma estremamente presenti, con estrema attenzione ai simboli, centrali per la moderna interpretazione dei sogni.

Anche nell'Antica Grecia era presente una elevata considerazione dei sogni, emissari divini, figli di Gea. Omero rappresenta due porte dei sogni, una d'avorio per quelli significativi e l'altra di corno per quelli insignificanti. Per Platone sono espressione del mondo delle idee, portatori di desideri anche estremi che solo la persona cattiva tenta di realizzare. In ogni caso, sognare nell'antica Grecia era attività privilegiata per il suo potenziale terapeutico; esistevano delle vere e proprie "grotte dei sogni" dove vi venivano portate persone con malattie mentali, al fine di "inscenare" una morte rituale, con tanto di rinascita, quando, riportato fuori, alla luce, raccontava ai sacerdoti sogni e visioni utili a far percepire la realtà in modo diverso. In seguito all'incubazione dei sogni, poteva scolgersi una vera e propria rappresentazione teatrale di drammi individuali, reali o vissuti in sogno, da cui poteva scaturire nel sognatore-protagonista una sorta di psico-catarsi: un antico psicodramma. L’incubazione dei sogni, sollecita sogni utili, dimostrandosi strumento efficace nel risolvere problemi e nell'orientare il sognatore tra scelte importanti e/o su consigliare condizioni di vita migliori per la salute.

Dare il giusto significato ai sogni consente di conoscere una parte del Sè generalmente ignorata.
Proprio dal mondo greco si inizia anche a concentrarsi su un aspetto esclusivamente "fisico" e naturale: vapori corporei che precipitano nel cervello o comunque risultato di stimoli corporei. Artemidoro distingue sogni legati al passato, al presente e al futuro, e tenta, nell'"Onirocritica", di ideare un vero e proprio metodo "scientifico", quanto più razionale ed al contempo intuitivo possibile, finalizzato a collegare realtà quotidiana e sogni, perchè i sogni dispieghino il loro potenziale per consentire al sognatore di gestire al meglio quella che sarà la realtà del giorno. Per Artemidoro, i sogni, sono il frutto del lavoro notturno della psiche che sembra voler indicare la strada migliore da percorrere, avendo sempre ben presente la realtà del sognatore; lo stesso simbolo può, di conseguenza, avere significati completamente diversi.

Aristotele, dalla sua visione razionale dell'anima che determina le funzioni del corpo senza trascenderlo, trae il suo pensiero sui sogni: ritenendoli determinati dall'individuo, la cui manifestazione sembra andare dall'interno all'esterno, svelandone l' origine naturale e non divina, ad ulteriore conferma, ha dimostrato che anche alcuni animali oltre l’uomo sognano. Nei sogni Aristotele ha constatato una ripetizione degli avvenimenti giornalieri e riteneva che sensazioni fisiche e corporee potessero far presagire l'insorgere di malattie, anche mediante la dimostrazione di una correlazione tra movimento dei bulbi oculari e sogni.

Il grande apporto di Aristotele risiede dunque nell'aver considerato i sogni come espressione di un bisogno reale ed interno all'uomo. L'unico ruolo profetico che concede ai sogni è quello relativo alle apparizioni in punto di morte, nel momento in cui le facoltà razionali si intensificano, l'anima si raccoglie e la divinità può manifestarsi come pienezza ed espansione delle capacità razionali, esclusivamente circa la natura dell'animo umano.

In seguito, durante l'lmpero Romano si procede nel percorso di ridimensionamento della funzione oracolare dei sogni e della loro importanza, considerati esclusivamente come prodotti della fantasia o della rielaborazione mentale e fisica. Lucrezio nel De rerum Natura si concentra sull'aspetto fisiologico del sonno; limitando la funzione del sogno a mera riproduzione di episodi quotidiani: sfogo di ansie, passioni, pressioni. Tiberio emanò addirittura un divieto di consultazione degli interpreti dei sogni: chi ancora esercitava poteva farlo solo pubblicamente ed alla presenza di testimoni, temendo interpretazioni potenzialmente pericolose.

In seguito, mentre in Occidente con l'avvento delle scienze naturali i sogni hanno perso man mano di valore, la tradizione dell’incubazione si è mantenuta in molte culture aborigene ed in pratiche sciamaniche di varie parti del mondo: sognare per guarire è sempre l'assunto di base. Le culture “oniriche” e sciamaniche utilizzano i sogni come mezzo per uscire dal corpo terreno, entrare in contatto con gli spiriti, guarire malattie, punire i nemici. L’incubazione del sogno ha anche, in questo tipo di culture, una funzione iniziatica nei riti di “passaggio”, ad esempio dall'adolescenza alla vita adulta. Lo sciamano Huna parla espressamente di guarigione sciamanica e di sogno sciamanico: lo sciamano usa il corpo fisico come strumento per cambiare il sogno inadeguato con un sogno funzionale alla guarigione dello spirito.

Gli Sciamani riconoscono quattro tipologie di sogni: - quelli che nascono dall’uomo, riguardanti condizioni fisiche e mentali; - le immagini oniriche che dipendono da stimoli esterni; i sogni profetici e di preveggenza, conseguenti agli allineamenti con i piani paralleli; - i sogni provocati ed indotti da contatti telepatici o d’addestramento.

I primi due tipi sono quasi sempre in bianco e nero, gli altri, molto colorati e vividi: in ogni caso sono messaggi inviati dal nostro profondo, simbolici o diretti.

Tutto è illusorio nel sogno, ma tutto sembra reale: il Sogno, per gli Sciamani, è la "piccola Morte", quindi la Morte è un grande sogno, una semplice esperienza di Vita.

Gli sciamani hanno la capacità di vivere in un perenne stato di sogno all’interno di un perenne stato di lucidità e attenzione: via preferenziale per il sapere e la guarigione, il sogno consente loro di prevedere eventi futuri e soprattutto di acquisire nuove conoscenze di cui rendere partecipe la comunità, a tal fine sogni ad occhi aperti e notturni si equivalgono; entrare in un diverso stato di coscienza consente l'apertura ad altre prospettive che, ben inpiegate possono portare ad una guarigione spirituale e secondariamente fisica; in quanto condotta da spiriti guida che indirizzano una giusta interpretazione dei simboli.

Tornando in un'ottica più razionale e moderna, molti terapeuti occidentali oggi sembrano far proprie, rivalutandole, le tecniche sciamaniche che permettono di liberare energie di guarigioni dal subconscio tramite i sogni: per gli sciamani, il sogno consente di ricavare informazioni da una "memoria permanente" presente in ogni cellula del corpo, nella psiche o nel campo magnetico, nonché in ogni struttura energetica dell’universo. Edgar Cayce rappresenta la prima fonte moderna che testiminia la frequenza dei sogni a livello psichico. Neurofisiologi e fisici cominciano quindi a riconoscere la possibilità di ricavare informazioni scientificamente rilevanti dall’attività dell’emisfero destro del cervello e dai sogni in particolare.
In particolare sono state svolte sperimentazioni sui sogni “lucidi”che ne hanno confermato il potenziale terapeutico. Un sogno passivo si limita ad una mera analisi di quanto avvenuto in realtà; un sogno “lucido” permette di modificare gli schemi che ostacolano l’energia vitale, contribuendo alla guarigione. In questo tipo di sogno, indotto seguendo accurata preparazione, senza l'impiego di sostanze, il “sognatore” viene accompagnato da una “guida” per rientrare nel suo sogno: non dorme ma non è sveglio, raggiunge un particolare stato di coscienza alterato (onde Theta-Delta del cervello) che gli permette di agire consapevolmente nel proprio sogno; sempre sapendo di sognare, riesce a colloquiare con i personaggi, interagendo anche in un incubo ripetitivo sbloccandolo ideando nuove possibilità, modificando gli aspetti temuti, affrontando e combattendo le paure, sviluppa un senso di forza e di potere che rafforza la propria autostima.

Per quanto riguarda la psicanalisi, i più diffusi e riconosciuti contributi derivano da Sigmund Freud e da Carl Gustav Jung che riconoscono i sogni come chiave d’accesso per l'inconscio, Jung in particolare, si riferisce ad un inconscio collettivo: memoria di tutto il passato e conoscitore di tutti gli eventi futuri dell’umanità.
Jung sembra particolarmente orientato all'esplorazione di quella fantasia pregna di contenuti inconsci nella coscienza ,dove, come il sognatore, non siamo indifferenti al materiale che affluisce, perché solo affrontando i contenuti emergenti si possono modificare esperienze future, assumendo il ruolo di protagonista della fantasia, divenendo l'uomo creativo.

Alla luce delle nostre conoscenze attuali, si riconosce la validità terapeutica del sogno, in quanto ricongiungimento alla dimensione globale ed individuale. La realtà quotidiana viene filtrata da schemi mentali e paure rimandandola all'individuo in modo parziale; proprio quanto è censurato, come consciamente inaccettabile viene restituito per mezzo dei sogni che si dimostrano situazioni in cerca di soluzione; alle volte possono essere anche premonitori sempre mantenendo bene a mente che si tratta solo di un probabile futuro, ancora però non determinato, che può spingere ulteriormente al cambiamento.

Si può dunque concludere che ogni epoca ed ogni cultura riconosce il potenziale terapeutico e creativo del sogno: una delle poche vie per entrare in contatto con il Divino, in ogni forma, e qualunque significato possa avere per ciascuno, perchè comunque rappresentano una forma di dialogo con il nostro Io che conosce ogni risposta a cui aspiriamo; i sogni sono un ponte tra realtà esistenti e non altrimenti comunicanti.

domenica 8 agosto 2010

TIMIDEZZA?

che cosè la timidezza?come mai una persona diventa rossa oppure pallido in faccia sudorazione eccessiva,mancanza della voce ecc ecc...
Di solito uno tende a dire e timido ma credo che oltre questa parola c'è un infinità di motivi per ogni persona nell'essere timidi,quindi direi che la timidezza voglia dire parecchie serie comportamentali per ognuno di noi,sicuramente l'essere timidi e dovuto all'infanzia nel rapporto con i propi genitori addiritura in certi stati come la svezia il ragazzino timido viene ben visto mentre da altre parti viene visto male come negli usa.Quindi dei genitori svedesi non faranno pesare il comportamento del figlio timido,ma il fatto e che ci sono un infinità di timidi e poi da nn confondersi con quelli introversi che sono cosi anche loro dovuto al educazione di genitori a loro volta chiusi e introversi.L'introverso nn vive i problemi del timido perche lui stesso si sente bene comè,mentre il timido vorrebbe potersi esprimere senza problemi ma purtroppo deve combattere con l'inconscio con cio che siamo e combattere e la cosa sbagliata credo che l'unico modo e capire chi siamo e modificare col pensiero i nostri comportamentiora io sto trattando timidezze abbastanza eccessive ci sono persone che nn escono di casa e nn entreranno mai in un bar per paura di parlare con il barista sono quelli che ora la chiamano sociofobia paura a socializzare questa e un altra parola,credo sia brutto dare delle parole per ettichettare ecco!tu sei sociofobico... haa e sbagliato sarebbe giusto dire tu sei una persona che ha passato una brutta infanzia e che devi capire cosa ti ha fatto diventare pieno di paure.. solo che purtroppo viviamo in una societa che ettichetta come schizzofrenico depresso cronico,psicosi maniaco depressiva ecc ecc Ragazzi stiamo parlando di persone che hanno sofferto nell'infanzia.Nessuno e pazzo senza un motivo. Io sono timido,almeno una volta pensavo questo di me visto che nn riuscivo a relazionarmi con gli altri,ora so che nn sono timido ma ho dei comportamenti per ciò che sono anche adesso mi riesce difficile stare con tante persone che nn conosco e un po mi sforzo ma questo perche non ho desiderio di conoscenza verso le persone e a volte sembro un orso e questo mi dispiace ma riuscendo a capire come sono riesco a essere diverso in certi periodi,questi miei comportamenti sono dovuti alla mia infanzia ed e molto difficile cambiare,credo che ognuno a le sue paure e i suoi problemi peccato che nella società di oggi c'è insegnato a nn dare spazio a queste cose ma solo di sopprimerle solo che e impossibile perche e quello che siamo in realta,andate su facebook nessuno si sognerebbe di dire cert paure o certe cosè,anzi gente che deve inserire piu di 200 amici per nn sentirsi sfigati.

sabato 13 febbraio 2010

Libri

Vi consiglio alcuni libri molto interessanti per risvegliare la consapevolezza

IL Scrittore e Krishnananda (Thomas Trobe, M.D.) and Amana (Gitte Demant Trobe) dal 1995 conducono insieme gruppi e seminari.

Il loro lavoro si è sviluppato dalla loro esperienza di coppia, una storia d'amore che dura da molti anni, ed è ispirata dagli insegnamenti del loro maestro spirituale, Osho.

Krishnananda è psichiatra, laueato ad Harvard e all'Università della California. Ha scritto tre libri: "Faccia a Faccia con la Paura", "Uscire dalla Paura" e, insieme ad Amana, "Fiducia e Sfiducia".

Amana è psicoterapeuta con formazione in Craniosacral Balancing, Counselling e Lavoro sul Bambino Interiore.


In questo libro c'è la verita di ognuno di noi ed e molto utile per capire tantissime cose anche nella vita di coppia io nel leggerlo ho trovato quello che avevo analizzato per anni per me era come leggere un riassunto della mia vita a livello profondo.vè lo consiglio SOPRATUTTO Uscire dalla paura

giovedì 3 dicembre 2009

ESSERE

E da tanto che non scrivo in questo blog ma oggi mi sono deciso e voglio raccontare cio che vivo in questo periodo,sto notando che in me c'è un ripetere la mia storia d'infanzia vissuta con i miei genitori ci sono persone che non ne sono coscienti e continuano a ripetere i stessi errori e le stesse sofferenze questo si verifica spesso per chi avuto delle mancanze chi non ha avuto figure genitoriali complete e presenti.D'altronde lo sappiamo i primi cinque anni di un bambino sono quelle piu importanti avere una madre che ti riempie di amore di fiducia e un padre che ti distacchi e ti mostri il mondo esterno e come ci si comporta tutto questo e molto importante ma quando mancano queste cose allora per noi sono guai.E allora nascono timidezze,nevrosi depressioni ecc ecc i SOGNI
ci mostrano come sta il nostro animo le nostre paure in rapporto con quella dimensione di figlio oppure su come stiamo vivendo vi racconto un mio sogno recente:ero in una piscina e c'erano altre persone io nuotavo poi ad un tratto mi trovo con tutta la piscina in mezzo all'oceano agitato molto mosso la struttura della piscina affondava lentamente e io mi trovavo a nuotare nel mare preoccupandomi di altre persone che potevano andare in collisione con la piscina poi mi sono messo a nuotare per allontanarmi e sotto di me sentivo tanti squali che mi sfioravano e qua finisce. cosa sognifica bè la piscina rappresenta il mio modo di vivere dove il nuotare si limita nell'andare avanti e indietro in uno spazio ridotto quindi mi sento sicuro ma poi tutto questo viene travolto e mi trovo in mezzo al mare che il mare qua rappresenta la vita d'altronde l'acqua e la vita in questo caso per me e molto agitato perricoloso e pieno di insidie.Questo e quello che vivo in questi tempi e come vedete il sogno e stato chiaro.penso che quasi tutti si sentono meglio nelle loro sicurezze nello stesso gruppo di amici nelle stesse faccende e come il conoscere nuove persone per certe persone sia piu difficile come per me ad esempio.Avendo avuto un padre assente e una madre che soffriva di depressione in cui si e trovata sola senza nessun aiuto nel crescere due figli e che io ero molto attaccato a mia madre come ogni figlio e quindi ci soffrivo nel vedere che non stava bene e un bambino nn ha una mente in cui puo capire quindi chissa quanti sensi di colpa infatti ci stavo molto vicino quasi si fossero invertiti i ruoli io genitore in cui mi faccio carico di mia madre e quindi questo puo rappresentare una cosa problematica per un figlio e chissa quante persone ci sono che hanno sofferto e che soffriranno vivendo una vita insesata e senza neanche esserne coscienti.Ho capito che l'unico modo e essere genitori di se stessi di capire di essere consapevoli di come viviamo da dove nascono le paure e l'unico modo per migliorarsi e metterci il pensiero dare una spiegazione per ora mi fermo qua poi riprendero piu avanti.